L'azienda

 

La nostra azienda agricola nasce nella primavera del 2020 a Casa Burroni, un piccolo borgo sul versante nord del monte Penice, in alta Val Tidone a circa 1000 metri di altitudine.

Negli ultimi decenni queste zone hanno vissuto un forte abbandono, che ha comportato sia lo svuotamento dei paesi che la scomparsa dell'agricoltura intensiva. Se questo ha comportato evidenti problematiche, come il mancato ricambio generazionale nella cura dei campi e il conseguente dissesto di argini, strade, canali e paesi in generale, è anche vero che la fine delle monoculture e della meccanizzazione agricola ha giovato molto all'ambiente naturale indigeno. I campi sui quali sta crescendo l'azienda, grazie al loro inutilizzo, sono ricchissimi di sostanze nutritive, non hanno subito compattamenti o lavorazioni troppo invasive e a noi piace vedere tutto questo come una risorsa. Del resto basta guardare come il bosco, in poco tempo, ha ricreato comunità bilanciate e funzionali con protagonisti come prugnoli, ciliegi, noccioli, faggi e vecchi alberi da frutta ormai inseriti in un sistema rigoglioso e in continuo sviluppo.

 

 

OGGI

 

L'azienda si sviluppa ad oggi su una superficie di 1200 m2,suddivisi in due appezzamenti di terreno.

 

Il primo è dedicato alla coltivazione delle piante officinali con cui realizziamo le nostre tisane e di ortaggi che trasformiamo in alcune delle nostre confetture. In questo campo sperimentiamo consociazioni tra colture diverse e osserviamo le piante per vedere come reagiscono all'ambiente e al clima di montagna. Malva, finocchietto, menta, calendula, melissa e altri sapori classici come rosmarino, timo e salvia sono tra le colture che stanno crescendo in questo campo.

Il secondo appezzamento ospita invece il nostro giovane frutteto e i filari di piccoli frutti, dove sono stati messi a dimora ribes rossi, ribes neri, more, lamponi e mirtilli.

Anche in questo caso l'intenzione principale è quella di eliminare l'uso di prodotti chimici e ottenere così un prodotto di altissima qualità. Per raggiungere questo risultato abbiamo adottato diversi accorgimenti fisici: in primo luogo un'accurata scelta varietale e varie operazioni colturali come la defogliazione per garantire un adeguato passaggio d'aria che scongiuri l'insorgere di muffe sulla pianta, in secondo luogo la baulatura del terreno, tecnica mutuata dall'agricoltura sinergica, che prevede la messa a dimora delle piante su lunghi cumuli di terra, operazione che assicura un ottimo drenaggio del terreno e un suolo fresco e morbido in cui le radici possano crescere libere e sane.

Infine per evitare l'uso di erbicidi abbiamo deciso di pacciamare entrambi i campi con materiale vegetale, utilizzando la paglia per la maggior parte dell'impianto e un cippato di rami e aghi di pino per le piante acidofile, comprendendo molto in fretta anche il valore estetico di una copertura vegetale invece che di una in materiale plastico.

 

Ultima parte integrante dell'azienda è l'area di raccolta di piante spontanee, meno identificabile e quantificabile dei campi ma ugualmente importante. È infatti dai boschi e dagli incolti della valle che provengono la frutta delle nostre confetture e alcune delle erbe delle nostre tisane. Lunghi anni di abbandono ci assicurano la genuinità e la rusticità di queste piante, che un tempo erano confini tra particelle agricole e oggi sono piccole isole di ciliegie o di susine in mezzo a un mare di bosco. Oltre alla raccolta ci siamo anche impegnati in alcuni interventi di manutenzione, come la potatura di piante da frutto ormai selvatiche e la pulizia degli argini boschivi.

 

 

QUALCHE PASSO PIÙ IN LÀ

 

La direzione che abbiamo scelto di prendere con l'azienda ha a che vedere soprattutto con l'integrazione nell'ambiente circostante. Nella pratica questo significa conoscere e propagare le piante indigene e intanto coltivare quelle che non sono presenti per poterle miscelare e offrire prodotti ancora piu completi. Significa continuare a curare nel modo più naturale possibile i filari di piccoli frutti e intanto sperimentare l'allevamento di specie selvatiche come la rosa canina, o selezionare e innestare alberi da frutto ormai abbandonati in mezzo al bosco.

In generale la nostra intenzione è quella di continuare a sviluppare conoscenza e rispetto a proposito di quello che facciamo, delle piante che coltiviamo e anche di quelle che non coltiviamo ma che evidentemente sono presenti, vivono e interagiscono con tutte le altre.